Avevo carta bianca quando l’Avv. Vincenzo Coppola e l’Avv. Ippolita Riva mi hanno commissionato di rinnovare la componente visiva del sito web per il loro studio legale, con immagini che ne avrebbero illustrato i campi d’azione.

Tuttavia, ho trascorso i giorni immediatamente successivi in uno stato di annebbiamento mentale: vuoto totale!

Avevo immaginato subito che lo stile di rappresentazione più funzionante avrebbe teso ai singoli argomenti in senso figurato, attraverso atmosfere quasi metafisiche, evitando ogni realismo letterale. Ma come giungere al risultato auspicato non è stato facile, men che meno immediato.

A un certo punto ho iniziato a procedere in levare e una semplice quanto vera constatazione mi ha condotto alla soluzione finale. Coloro che si rivolgono agli avvocati sono persone (privati cittadini o rappresentanti di imprese che siano). Più di tutto, mi interessavano gli stati d’animo che queste persone attraversano mentre affrontano una causa  – tra profonda incertezza, ansia, tribolazione e speranza – e di cui si impregnano inevitabilmente mentre scorre la loro vita quotidiana, nelle abitazioni, negli uffici, lungo le strade, nella natura.

Ora, come realizzare queste immagini? Trovata una prima fonte di ispirazione, è accorso in aiuto il mio enorme archivio fotografico, che contempla una buona dose di scatti di architettura e paesaggi, frutto di una ricerca che conduco da anni durante i miei viaggi.

A questo punto mancava la figura umana, soggetti differenti con cui comporre le scene che iniziavano a prendere corpo. Realizzare circa 40 ritratti di persone diverse, oltre alle lunghe tempistiche del casting, avrebbe comportato un dispendio economico che avrebbe fatto vacillare la fiducia dei miei amici avvocati nei confronti del sottoscritto. Ho preferito quindi sfruttare l’opportunità di attingere ad archivi stock.

Avrei potuto optare per la stessa scelta anche a monte della selezione di immagini di architettura e natura? Assolutamente no, sarebbe risultato impossibile trovare fotografie che mostrassero quelle specificità visive, legate al mio sentire architettonico e paesaggistico, indispensabili al lavoro che stava emergendo.
Ho iniziato allora ad abbinare fotografie d’archivio con ritratti stock nel tentativo di dare forma alle voci del menù, proseguendo poi con la fase di post-produzione destinata a raggiungere quell’atmosfera sospesa e immaginifica che mi ero prefissato.

L’attività del fotografo, come accade per molte professioni creative che sono anche una passione privata, non si circoscrive alle ore di lavoro quotidiano e di conseguenza produce una quantità di fotografie che spesso rimangono abbandonate negli archivi senza trovare una destinazione. L’utilizzo di una immagine, anche se datata, diventa attuale nel momento in cui essa viene selezionata, nutrita da una nuova riflessione e infine pubblicata. In un attimo il file jpeg che giaceva negli hard disk o la pellicola infilata nel porta-negativi diventa una immagine contemporanea e viva.

Prima di chiedere all’intelligenza artificiale di creare una nuova fotografia, diamo un’occhiata nei nostri archivi.
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Guarda le immagini nel sito https://www.studiocoppola.com/

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