Cercando una definizione sintetica per il mio lavoro, posso serenamente affermare si tratti di generare e manipolare immagini fisse e in movimento destinate a colmare spazi vuoti all’interno di differenti supporti di comunicazione.

Di questi tempi si parla tanto di riempimento generativo quale grande opportunità e soluzione tecnologica che faciliterà il lavoro dei creatori di immagini. Di conseguenza ho pensato di interrogare il guru dei nostri giorni – Chat Gpt – per individuare i punti essenziali che caratterizzano il riempimento generativo delle immagini tramite l’AI:

  1. Il riempimento generativo delle immagini è un processo in cui algoritmi avanzati, come le reti neurali generative (GAN) o altre tecniche generative, vengono impiegati per creare nuovi contenuti visivi che si integrano coerentemente con un’immagine esistente o per sostituire regioni danneggiate o mancanti.
  2. Gli algoritmi considerano il contesto circostante per produrre risultati visivi che si integrano in modo armonioso, ampliando il panorama creativo originale.
  3. L’utilizzo delle GAN non solo mira a generare immagini realistiche, ma sfida l’algoritmo a spingersi oltre, a sperimentare con stili artistici unici. Questa sfida reciproca tra generatore e discriminatore contribuisce a promuovere la creatività, producendo risultati che esplorano nuovi territori stilistici.
  4. Il mantenimento dello stile dell’immagine originale nel riempimento generativo apre la porta a una creatività personalizzata. Questo permette all’artista o all’utente di inserire un tocco personale e unico nelle immagini generate, sottolineando l’importanza della diversità creativa.
  5. In alcune implementazioni, l’addestramento supervisionato coinvolge esempi creativi, consentendo agli algoritmi di apprendere non solo da un punto di vista tecnico, ma anche da una prospettiva creativa. Questo approccio potenzia la capacità degli algoritmi di generare contenuti originali.
  6. La ricerca continua nel campo mira non solo a migliorare la qualità tecnica, ma anche a stimolare sviluppi creativi e innovativi. L’obiettivo è esplorare nuovi orizzonti artistici e applicazioni emergenti, aprendo la strada a un futuro in cui la creatività umana si fonde sinergicamente con il potenziale generativo degli algoritmi.

Da questa descrizione deduco con piacere di essere perfettamente al passo coi tempi, in quanto da sempre il mio sistema neurale adotta lo stesso processo per generare immagini e concepire progetti.
L’espressione Exploring Identities che ho scelto per sintetizzare il mio payoff si traduce in un percorso a più tappe che comincia proprio da una fase di Esplorazione. Questa ha l’obiettivo di assorbire riferimenti, immagini, parole, numeri, per sintonizzarmi con lo spirito e la storia del committente, coglierne il presente, immaginarne il futuro.
A seguire, i dati raccolti nella prima fase, integrati alle suggestioni e alle sensazioni che emergono durante il sopralluogo, vengono elaborati dal processore umano, all’interno del quale agisce tutta l’esperienza tecnica e l’archivio iconografico che ho assimilato in oltre 30 anni di lavoro.
Attraverso il confronto con il mio team interno, ma anche con professionisti esterni coinvolti in base alle specifiche competenze, lascio far emergere le idee, le strade, le ipotesi, fino a elaborare il progetto, articolato nelle sue possibili varianti, da condividere con il committente. Assieme approdiamo alla versione più rispondente alle aspettative, più adeguata al target, più aderente all’identità perché più autentica e dotata di un quid unico capace di far brillare il marchio di luce propria.
Nel suo sviluppo esecutivo, il progetto prevede innanzitutto di modulare la tecnica e lo stile fotografico in funzione delle caratteristiche di ambienti, prodotti, persone e azioni oggetto del racconto, e infine di definire il timing e la logistica operativa destinati alle successive fasi di preshooting e shooting.

A questo punto tiro un bel sospiro di sollievo: quali che siano la tecnica e lo strumento che mi consentono di produrre immagini – macchina fotografica, videocamera, computer o generazione tramite AI -, le componenti essenziali a cui attingo per creare immagini uniche e modellate perfettamente sulle richieste di comunicazione del committente rimangono invariate.

Incuriosito, ho interrogato di nuovo Chat Gpt riguardo un altro tema di riempimento generativo, nella speranza di soddisfare un mio sogno grazie all’intelligenza artificiale:

“Il riempimento generativo del cuoio cappelluto è un’applicazione avanzata che utilizza algoritmi generativi per migliorare l’aspetto di aree del cuoio capelluto affette dalla perdita di capelli o diradamento. Questa tecnica mira a creare un aspetto visivamente più pieno e naturale, spesso utilizzando la generazione di capelli artificiali per coprire zone svuotate o diradate…”

Buon anno di riempimento generativo!